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VELEGGIO: MI FA FARE LE CURVE IN FOLLE?! – Exor
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VELEGGIO: MI FA FARE LE CURVE IN FOLLE?!

 In Gigi Blog

La ricerca del risparmio energetico ci propone soluzioni tecniche e stili di guida rivoluzionari. O no? Prendiamo per esempio il veleggio. Molte case costruttrici hanno adottato questa soluzione per ridurre i consumi durante le fasi di guida in cui il percorso non necessita né di accelerazione, né di rallentamento e lo chiamano “veleggio”. Molto semplicemente significa che quando si alza il piede dall’acceleratore – e non si frena – il motore viene sganciato dalla trasmissione, automatica, e la vettura procede in folle, per inerzia, mentre il motore gira al minimo. Sinceramente, quando ero ragazzo, con la crisi energetica della fine degli anni ’70, appena vedevo una leggera discesa mettevo immediatamente in folle: allora mi davano del taccagno, oggi siamo in piena evoluzione tecnologica. I tempi cambiano, le soluzioni tecniche un po’ meno. Effettivamente procedere per abbrivio, meglio se in falsopiano, con il motore al minimo si risparmia, soprattutto se si ha l’accortezza di imparare uno stile di guida molto rilassato che regola la marcia del veicolo in modo estremamente fluido, con accelerazioni lente e progressive e con rallentamenti molto dolci togliendo il piede dal gas con netto anticipo rispetto al punto d’arresto. Un nuovo stile di guida che consente comunque risparmi energetici tangibili, soprattutto in ambito autostradale o su strade a lunga percorrenza. È tutto automatizzato, quindi chi guida non deve preoccuparsi di niente. E invece no, si preoccupa, eccome! La preoccupazione di molti utenti del veleggio è nell’affrontare le curve: ”Ma come?! Mi fa fare le curve in folle!”. Lo sappiamo che l’italiano medio questo gran esperto di automobili e di guida non è. In più il volano della testa delle persone alla guida, delle convinzioni e delle credenze è molto lento. Se a questo aggiungiamo la refrattarietà alle novità e le leggende metropolitane che si diffondono magicamente più di un social, abbiamo un mix contro il quale le spiegazioni tecniche hanno delle difficoltà nell’affermarsi. Cerchiamo di capirci. La tenuta di un pneumatico dipende dalle sue caratteristiche, da quelle del terreno e dal peso che grava su di esso in quel preciso momento. Questa aderenza lotta contro delle forze che tendono ad eliminarla e sono sostanzialmente due: una longitudinale al pneumatico stesso, si ha in fase di accelerazione e frenata; e una laterale a destra e sinistra quando si procede in curva. È un continuo braccio di ferro: tra queste forze e l’aderenza del pneumatico. Se vince quest’ultima la vettura accelera, frena e fa le curve. Se vincono le altre, purtroppo… Ritornando al veleggio. Quando si percorre una curva il pneumatico subisce una forza laterale, che si chiama centrifuga, inoltre se si accelera o si frena si deve aggiungere anche una forza longitudinale. Due forze che agiscono sullo stesso punto con direzioni differenti, determinano una forza risultante superiore a ognuna delle due. Quindi dal punto di vista del singolo pneumatico, soprattutto se fa parte della trasmissione, cioè è una ruota motrice, in curva è meglio se non viene applicata la componente longitudinale, si ha una tenuta maggiore se non si accelera e non si frena: quindi in folle.

D’accordo però quando si accelera si spostano anche i pesi, quindi varia la distribuzione statica del peso della vettura e varia la tenuta dei vari pneumatici. In che modo? Se acceleriamo il peso viene portato parzialmente verso il posteriore, quindi le ruote posteriori acquistano una aderenza maggiore rispetto alle ruote anteriori, che perdono peso. Questo comporta una minore tenuta dell’anteriore con conseguente riduzione della capacità di direzionare la vettura che tende a sottosterzare – sterzare meno di quanto richiesto con il volante -. Se invece si frena succede il contrario: l’anteriore acquista aderenza, il posteriore la riduce. Tutto va messo in relazione alla velocità, al tipo di fondo stradale, a quanto si frena o si accelera, ma appare evidente che la componente longitudinale, sia essa in frenata come in accelerazione, modifica e comunque riduce l’aderenza globale dei quattro pneumatici. Soprattutto se una vettura è equilibrata nella distribuzione dei pesi staticamente, come di solito avviene nelle trazioni posteriori ben progettate. Percorrere una curva in folle, o in veleggio, non comporta nessun tipo di rischio, anzi! Qui probabilmente si accenderà una polemica. Frutto dei retaggi del passato anche in questo caso, quando ci dicevano a scuola guida che non si deve mai fare una curva in folle! Bisogna tener conto dei pneumatici di oggi, della distribuzione dei pesi equilibrata delle vetture odierne, almeno le trazioni posteriori, e della qualità/precisione dei sistemi delle sospensioni delle vetture moderne.