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STABILITÀ E TENUTA DI STRADA: FACCIAMO CHIAREZZA

 In Gigi Blog

Spesso la stabilità viene confusa con la tenuta di strada, nel senso che i due termini sono utilizzati indifferentemente. Per comprendere meglio se sono due termini differenti è sufficiente riflettere su un concetto molto semplice: se ci chiedessero qual è il mezzo con la massima tenuta di strada che conosciamo, ci verrebbe da rispondere una formula uno. Se di riflesso alla domanda qual è il mezzo più instabile che conosciamo la risposta sarebbe di certo di nuovo una formula uno. Da questo si evince che i due termini non sono simili, ma decisamente antitetici. Perché? La tenuta di strada è la capacità di un mezzo a percorrere velocemente una curva. Dipende dalle caratteristiche della vettura, non dall’abilità del pilota. Anzi, potrebbe addirittura far parte dei dati tecnici, tanto è indipendente da fattori esterni alla vettura, e ovviamente alle caratteristiche del fondo stradale. Questo dato si misura in accelerazione laterale e l’unità di misura dell’accelerazione è il “g”, cioè l’accelerazione terrestre, la forza con cui la Terra attira a sé ogni elemento che poggia su di essa. Una formula uno arriva ad accelerazioni laterali di oltre 4g, mentre una vettura stradale, la più sportiva e prestazionale, può raggiungere 1,5-1,7g. Gli elementi più importanti per determinare la tenuta di strada di una vettura sono, a parità di fondo stradale: le sospensioni, la massa, i pneumatici, l’altezza del baricentro, il rapporto tra carreggiata e passo. Per questo quando una scuderia vuole migliorare la velocità di percorrenza in curva di una vettura preparata per le competizioni, agisce sul baricentro abbassando la vettura e portando le masse nel punto più basso possibile (alleggerendo tutti i componenti e zavorrando il fondo con il peso così recuperato), irrigidisce le sospensioni per ridurre il rollio in curva (per evitare che si creino eccessive differenze di peso che grava sui pneumatici tra la parte interna e quella esterna alla curva), aumenta le misure dei pneumatici per migliorare l’impronta a terra degli stessi (aumentandone l’aderenza) e, se possibile, si allarga la carreggiata, spostando le ruote più all’esterno della carrozzeria possibile (spesso allargando i parafanghi della stessa). Prendendo questi spunti, molti clienti – o case automobilistiche – per rendere l’immagine della vettura il più sportiveggiante possibile, intervengono proprio su questi punti: abbassare l’assetto, irrigidire le sospensioni, allargare la carreggiata e utilizzare pneumatici di misura maggiore. Realmente, al di là dell’aspetto estetico, modificare questi elementi comporta un miglioramento della tenuta di strada, ma difficilmente apprezzabile in un uso stradale della vettura, anche se “sportivo”. Solo in pista dove i parametri di base sono stabiliti e costanti, si può apprezzare un eventuale incremento. A questo proposito è interessante sapere che ogni nuovo modello viene sviluppato con un certo tipo di pneumatici (marca e misure) e con quello omologato. Dopo vengono divulgati i dati di omologazione per poter utilizzare anche altri marchi. In molti casi si omologano anche altre misure di pneumatici, ma lo sviluppo della vettura è stato fatto con un’unica misura di pneumatici, che, spesso, non è la misura maggiore! In definitiva, al di là dell’aspetto estetico, scegliere dei pneumatici “larghi” comporta più problemi di tenuta sul bagnato, consumo maggiore, costi superiori, minore comfort, riduzione della velocità massima e dell’accelerazione ad alta velocità (per peggioramento della penetrazione aerodinamica) che reali vantaggi di tenuta di strada.

La stabilità invece è un concetto molto più complesso: è la capacità di una vettura a mantenere la direzione impostata con il volante indipendentemente da fattori esterni – quali le sconnessioni, il vento, la pioggia, e le condizioni meteo in generale – o da fattori interni – accelerazione, frenata, sterzata, ecc… -. In pratica significa che quando si è alla guida di una vettura “stabile” in rettilineo, per esempio, mantiene la direzione di marcia rettilinea anche se incontra un fondo stradale sconnesso, bagnato, innevato o spazzato dal vento. Inoltre, in curva, non varia il raggio di curvatura anche se si accelera o si frena. Questo ci consente di riflettere sul fatto che più una vettura è stabile, minore sarà la sua reazione agli agenti esterni. Ma è vero anche il contrario: più una vettura è stabile e minore sarà la sua reattività ai comandi di chi guida verso la vettura stessa. Di conseguenza se una vettura è sportiva, cioè molto reattiva, per definizione sarà instabile e più una vettura viene impostata verso la sportività e più diventerà instabile…