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PARTIAMO DA ZERO: COME CI SI SIEDE AL VOLANTE

 In Gigi Blog

Le cattive abitudini sono difficili da cambiare! Una di queste, parlando di automobili, è certo quella della posizione di guida. Ognuno ha la sua, determinata da fattori vari, influenzata da esperienze passate, magari di altri, spesso non corrette o, peggio, completamente errate. Quindi un po’ di chiarezza forse è necessaria, soprattutto per chi si dedica ai test drive, influenzando con i propri atteggiamenti anche i clienti che si avvicinano ad una nuova vettura. Stare seduti correttamente al volante non solo è sintomo di professionalità e competenza, ma spesso è anche la base per utilizzare al meglio la vettura e, comunque, anche una buona regola per la sicurezza. Da dove partire? L’unico punto che non si può modificare del collegamento tra la vettura e il guidatore è la pedaliera. Quindi la regolazione di base va fatta proprio tra i piedi di chi guida e i pedali. La procedura è molto semplice, ma anche molto importante. Premendo a fondo il pedale del freno, della frizione o dell’acceleratore, la gamba deve essere flessa all’altezza del ginocchio. Seduti con il fondoschiena ben appoggiato allo schienale del sedile si schiacciano i pedali con forza e si regola la distanza del sedile stesso in modo che le gambe rimangano sempre piegate. Posizione-di-guidaQuesto per ragioni di sicurezza. In caso di impatto frontale, se si spinge sul pedale del freno, o sull’appoggiapiedi del passaruota, e la gamba è rigida e tesa, il contraccolpo che ne deriva si scarica su bacino e colonna vertebrale. Con conseguenze facilmente immaginabili. In caso di impatto, invece è necessario che solo le cinture di sicurezza trattengano il corpo, mentre mani e piedi devono essere ben distanti dalla vettura. Assumere la posizione fetale – con braccia e gambe conserte – sarebbe l’ideale, ma molto difficile. Non essendo abituati, difficilmente si riesce a staccare le mani dal volante e, naturalmente, ci viene da spingere su pedali e passaruota per “affrontare” l’inevitabile impatto. In questo caso, se almeno le gambe sono piegate, non si avranno conseguenze sulla colonna vertebrale. Tenete presente che per impatti anche a velocità basse, al di sotto dei 50 km/h, nessun osso umano riesce a sopportare, senza rompersi, la forza che ne deriva! Stabilita la distanza del sedile, si regola lo schienale. E qui si apre un mondo di leggende metropolitane e di concetti astrusi. Il ragionamento più semplice è: come si sta seduti a tavola, piuttosto che al computer o alla scrivania? In modo eretto. Per non gravare sui muscoli della schiena, per avere meglio tutto sotto controllo, per essere più reattivi, per migliorare l’attenzione, perché la colonna vertebrale faccia al meglio il suo compito di sostenere la schiena. Quindi lo schienale va regolato praticamente in verticale, con qualche grado di inclinazione all’indietro, soprattutto nei lunghi tragitti. Il “pilota sportivo” che si vuol rifare ai piloti professionisti, “guidando” a braccia tese, inclinato all’indietro come se fosse steso sul divano di casa a guardare la TV, invece che prendere esempio dai piloti di monoposto, che sono “costretti” a guidare distesi per motivi di spazio e di conformazione delle monoposto, dovrebbe osservare altri piloti professionisti: quelli da rally. Il “posto di lavoro” di un pilota da rally è molto vicino al volante, per poterlo muovere velocemente senza sforzo, e hanno la schiena ben dritta per poter assorbire al meglio ogni asperità, scaricando i muscoli il più possibile. Definita la distanza del sedile e l’inclinazione dello schienale si passa alla distanza del volante. L’ideale è poterlo ruotare senza staccare le spalle dallo schienale. Il volante va impugnato con le mani ai lati opposti della corona, alle ore 9.15 se ci rifacciamo all’orologio come esempio.posizione mani Perché in questo modo si ha la massima padronanza dello stesso e contemporaneamente le mani possono muoverlo con la massima precisione. Tutto perché il braccio di leva tra la proiezione delle spalle sul volante e il centro dello stesso è massima: minimo sforzo, massima precisione. Ma la distanza del volante non si regola da questa posizione basilare, bensì con le mani alle 12.30: è necessario impugnare il volante senza staccare le spalle dallo schienale (con la mano alle ore 12.00) e senza interferire sulle ginocchia – o pancia – per la mano alle ore .30. Questa è la posizione di guida ideale per avere la massima padronanza, la massima attenzione e la massima sicurezza alla guida. Un’ultima raccomandazione. Con l’avvento dei SUV si è familiarizzato con la guida “in alto”. Di conseguenza si vede che anche chi sale a bordo di berline o citycar, sono portati ad alzare l’altezza del sedile a livelli improponibili. Anche in questo caso le giustificazioni sono infinite, creative e fantasiose. La più costante è:”Altrimenti non vedo la fine del muso”. Le dimensioni della vettura non si devono “vedere”, ma intuire e conoscere.  Perché me la prendo con chi alza il sedile? Fin che si viaggia in città, che non ci si impegna nella guida in modo particolare, tutto va bene, è logico. Ma se veramente si vuole gustare il piacere della guida, se si vuole avere il massimo controllo del mezzo, ebbene allora anche l’altezza del sedile è importante. Non solo perché si abbassa il baricentro del mezzo, ma soprattutto perché in curva si hanno meno sollecitazioni laterali, si è più ancorati al sedile e si è più precisi sul volante. Provate a pensare di essere su una barca a vela: durante una virata si è più sollecitati sul ponte o in cima all’albero? Inoltre, proprio in riferimento ai piloti professionisti, è arcinoto che più ci si abbassa e più si va forte! Ma questa è un’altra storia…